16.
Don Camillo
Don Camillo è un film del 1952, diretto dal regista Julien Duvivier, co Fernandel e Gino Cervi. È il primo episodio della fortunata serie omonima, tratta dai libri scritti da Giovannino Guareschi.
Paese: Italia/Francia
Durata: 107 minuti
Video: Bianco/Nero
Genere: Commedia
Tratto dal film:
« Don Camillo, buttalo via! »
(Il Crocifisso, riferito al bastone che Don Camillo tiene fra le mani e di cui vole servirsi per dare una lezione a Peppone)
« Ma non è mica di noce, Signore, è di pioppo! Leggero, morbido... »
(Don Camillo)
Trama
La storia è ambientata a Brescello, un paesino in aperta campagna, in provincia di Reggio Emilia, dove il parroco Don Camillo e il sindaco comunista Peppone sono in continua lotta.
Entrambi tentano di ostacolarsi in ogni maniera benché poi riescano spesso a trovare un accordo nelle loro liti. Diverse volte Don Camillo viene rimproverato dal crocefisso dell'altare maggiore della chiesa a causa del suo temperamento focoso.
Alcune ragioni degli scontri sono:
il battesimo del figlio del sindaco (che Peppone voleva chiamare Libero Antonio Lenin);
l'inaugurazione della Casa del Popolo;
lo sciopero delle maestranze agricole;
una partita di calcio organizzata per celebrare l'inaugurazione del campo sportivo della Città Giardino;
il matrimonio contrastato tra due giovani, lui (Mariolino) figlio di comunisti, lei (Gina) figlia di ricchi possidenti terrieri.
Alla fine, a causa di una rissa generale, Don Camillo viene inviato a fare il parroco in un paesino di montagna: la punizione gli è inferta dal Vescovo perché ha partecipato, abbattendo dodici avversari, alla rissa scatenatasi in paese la sera delle nozze di Gina e Mariolino.
Pur essendo in totale contrapposizione ideologica, parroco e sindaco si rispettano e non esitano ad intervenire in favore dell'altro o a rendere omaggio all'avversario, riconoscendone il valore; un episodio emblematico è il finale del film, quando sindaco, giunta comunale e banda del paese vanno alla stazione a salutarlo e ad augurargli pronta guarigione (in realtà tutti sanno che Don Camillo viene mandato via per punizione, ma nessuno lo vuole ammettere) ed un rapido ritorno al paese.
Entrambi tentano di ostacolarsi in ogni maniera benché poi riescano spesso a trovare un accordo nelle loro liti. Diverse volte Don Camillo viene rimproverato dal crocefisso dell'altare maggiore della chiesa a causa del suo temperamento focoso.
Alcune ragioni degli scontri sono:
il battesimo del figlio del sindaco (che Peppone voleva chiamare Libero Antonio Lenin);
l'inaugurazione della Casa del Popolo;
lo sciopero delle maestranze agricole;
una partita di calcio organizzata per celebrare l'inaugurazione del campo sportivo della Città Giardino;
il matrimonio contrastato tra due giovani, lui (Mariolino) figlio di comunisti, lei (Gina) figlia di ricchi possidenti terrieri.
Alla fine, a causa di una rissa generale, Don Camillo viene inviato a fare il parroco in un paesino di montagna: la punizione gli è inferta dal Vescovo perché ha partecipato, abbattendo dodici avversari, alla rissa scatenatasi in paese la sera delle nozze di Gina e Mariolino.
Pur essendo in totale contrapposizione ideologica, parroco e sindaco si rispettano e non esitano ad intervenire in favore dell'altro o a rendere omaggio all'avversario, riconoscendone il valore; un episodio emblematico è il finale del film, quando sindaco, giunta comunale e banda del paese vanno alla stazione a salutarlo e ad augurargli pronta guarigione (in realtà tutti sanno che Don Camillo viene mandato via per punizione, ma nessuno lo vuole ammettere) ed un rapido ritorno al paese.
Nessun commento:
Posta un commento