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lunedì 6 settembre 2010

6.

Il mago di Oz




Il 'Mago di Oz', un film del 1930, diretto da Victor Flaming con Judy Garland (nella parte di Doroty), Ray Bolger (nella parte dello spaventapasseri), Bert Lahr (nella parte del leone), Jack Haley (nella parte dell'uomo di latta).
Paese: USA
Durata: 97 minuti
Video: Colore/Bianco/Nero
Genere: Fantasy musicale
Titolo originale: The Wizard of Oz



Tratto dal film:

« Dorothy: E come fai a parlare se non hai il cervello?Lo spaventapasseri: Ah non ne ho idea... ma c'è un mucchio di gente senza cervello che chiacchera sempre". »
(Dorothy e lo spaventapasseri)

« Il leone: Guardate che occhiaie che ho, sono secoli che non riesco a dormire.Uomo di latta: Hai mai provato a contare le pecore?Il leone: E' tutto inutile... ho paura anche di loro". »
(Il leone e l'uomo di latta)

« "Tu mi credi senza dubbio Toto, non è vero? Finalmente siamo tornati a casa... sì a casa! Non c'è posto più bello della propria casa". »
(Dorothy)

Il mago di Oz (The Wizard of Oz) è un film del 1939 diretto da Victor Flaming.
Il film è ispirato a Il meraviglioso mondo di Oz
, il primo dei tredicilibri di Oz dello scrittore statunitense L.Frank Baum. Regista della trasposizione cinematografica è Victor Flaming, noto anche per Via col vento, uscito nello stesso anno, mentre la protagonista (Dorothy Gale) è Judy Garland, una delle attrici di maggior successo dell'epoca.
Il film ha ricevuto molti riconoscimenti ed è considerato un classico della storia del cinema
.
La nota canzone Over the Raimbow
(musica di Harold Arlen, parole di E.Y. Harburg e interpretata dalla protagonista Judy Garland) è stata successivamente reinterpretata da molti artisti e usata in diversi ambiti.
Il mago di Oz è soggetto ad un frequente accostamento con il film Via col Vento
, entrambi distribuiti dalla Metro Golden Mayer, per via di diversi fattori che le due opere condividono: l'anno di realizzazione, il gigantismo e la complessità della produzione, i frequenti cambiamenti nel cast e nello staff, l'uso del Tecnicolor e il grande successo di pubblico. In particolare il primo regista de Il mago di Oz, George Cukor, fu allontanato dal set dopo un breve periodo (e sostituito da Victor Fleming) per essere assoldato come regista di Via col Vento, dove venne poi nuovamente sostituito dallo stesso Fleming, accreditato come regista di entrambi i film.

Trama

Dorothy Gale (Judy Garland) è una ragazzina che vive da sola e con il suo cane una fattoria del Kansas. La piccola possiede un cagnolino, chiamato Toto, che, per l’ennesima volta, ha combinato un guaio: ha infatti inseguito il gatto della sig.ra Gulch, una riccona della zona, all’interno del suo giardino e, non appena questa ha cercato di acchiapparlo, lui le ha morso una gamba, riuscendo però a fuggire dalle grinfie della megera grazie all’aiuto della padroncina.
Dorothy, tornata alla fattoria, chiede aiuto ai due zii, cercando di giustificare l’amato cagnolino. Questi però sembrano troppo occupati per ascoltarla, una vecchia incubatrice infatti si e rotta e stanno perdendo parecchi pulcini. Dorothy, sentendosi inascoltata, decide dunque di andare a parlare con i tre contadini che lavorano alla fattoria, Zeke, Hickory e Hunk. Anche loro sono però troppo occupati e non possono ascoltarla, solo Hunk risponde alla ragazzina, ribadendo che, secondo lui, lei ha la paglia al posto del cervello, Hickory difende Dorothy sostenendo che la Gulch sia senza cuore a prendersela sempre con lei. Zeke invece, mentre dà il mangime ai maiali, consiglia a Dorothy di prendersi di coraggio e gridare in faccia alla sig.ra Gulch tutto quello che pensa di lei. Ma proprio lui, non appena la ragazzina cade all’interno del porcile, dimostra di essere un gran fifone.
La zia Emma, di fronte all’ennesima richiesta d’aiuto della nipote, le chiede di viaggiare meno con la fantasia e di trovarsi in un posto dove stare tranquilla. Dorothy allora, nella celebre canzone “Over the Rainbow”, sogna di trovarsi in un mondo magnifico, dove il cielo e gli uccellini sono azzurri, dove tutti possono vivere felici.
Proprio in quel momento, in bicicletta, arriva alla fattoria la signora Gulch. La megera si reca dalla zia Emma e dallo zio Henry, ha infatti ottenuto il permesso dallo sceriffo per sequestrare ed abbattere Toto. Dorothy va su tutte le furie ma non può fare nulla per salvare il cagnolino, la zia Emma è costretta a consegnarlo alla signora Gulch. Mentre però questa, sempre in bicicletta, sta recandosi dallo sceriffo, Toto, che era stato rinchiuso in un cestino, riesce a fuggire e a tornare dalla padroncina.
Dorothy decide allora di andar via di casa insieme al cagnolino, alla ricerca di un nuovo posto dove vivere. Durante il tragitto incontra un particolare individuo, il professor Meraviglia, un mago da strapazzo che vive all’interno di un carretto. Questi, facendo credere alla ragazzina di poter vedere il futuro, la convince a tornare a casa senza far impensierire i due poveri zii. Dorothy ascolta i suoi consigli e torna indietro. Un forte vento inizia ad abbattersi sulla prateria.

Questo vento è soltanto il principio di un tornado. La zia Emma e gli altri abitanti della fattoria corrono alla ricerca di Dorothy ma, non trovandola, decidono di rinchiudersi all’interno del rifugio della fattoria per sfuggire alle devastazioni causate dalla violenta tromba d'aria.
Dorothy, tornata in casa, non trova nessuno e decide dunque di chiudersi nella sua stanza. Una finestra la colpisce sulla testa, facendola svenire. All’esterno della casa la ragazzina, , persino una vecchia sulla sedia a dondolo. Appare anche la signora Gulch, sulla sua bicicletta, che, all’improvviso, si trasforma in una strega. La casa viene trascinata via dal tornado, precipitando e atterando al suolo poco dopo con un boato.
Dorothy esce all’esterno e si ritrova in un mondo colorato, con delle piccole casette e una stradina dorata.

Ecco comparire ora, in lontananza, una strana palla luccicante. Da essa fuoriesce una donna in splendidi abiti, è Glinda, la fata buona del Nord, giunta in quel luogo per ringraziare la ragazzina che, senza saperlo, ha ucciso la strega crudele dell’Est. La sua casa è infatti caduta sopra di essa e l’ha uccisa. Da cespugli ed alberi escono i Mastichini, gli abitanti di quel paesino, salvati dalla minaccia della strega. Questi ringraziano la ragazzina per il proprio intervento e la onorano come un’eroina.
Al comparire di una nuvola rossastra appare la strega crudele dell’Ovest, sorella della deceduta. La megera tenta a tutti i costi di prendere le scarpe che la sorella porta ai piedi, delle strane scarpette rosse luccicanti. Non appena la strega si avvicina queste scompaiono, ricomparendo così ai piedi di Dorothy che, avendone ucciso la proprietaria, ne è ora la padrona. La strega dell’Ovest, su tutte le furie, prima di sparire nel nulla, giura di vendicarsi sulla ragazzina e sul suo cagnolino.
Dorothy, terrorizzata, chiede aiuto a Glinda che consiglia alla giovane di raggiungere il mago di Oz che, con i suoi poteri, potrà ricondurla a casa. Seguendo un bizzarro sentiero dorato giungerà al suo cospetto. Dopo aver salutato i Mastichini, Dorothy inizia il suo lungo viaggio verso la città di smeraldo, capitale del regno di Oz.

La ragazzina si ferma a un bivio e non sa da che parte proseguire nel cammino. Uno spaventapasseri parlante, appeso su un palo, consiglia alla giovane di proseguire verso destra, poco dopo, confutando quanto detto, consiglia di andare verso sinistra e, infine, di andare per tutte e due le strade. Dorothy non sa cosa fare e chiede allo spaventapasseri come mai dica qualcosa e poco dopo contrasti quanto detto prima. Lo spaventapasseri dichiara alla ragazza di farlo perché non ha un cervello in testa, ma solo paglia.

Dorothy lo aiuta a liberarsi dal palo che lo tiene fermo e gli racconta la sua storia. Lo spaventapasseri vuole seguire la ragazzina alla città di smeraldo per poter così chiedere al mago di Oz un cervello. I due si mettono così in viaggio, seguiti sempre dal fedele Toto.
Proseguendo nel cammino, giungono nei pressi di un frutteto, dove sorgono degli alberi colmi di bellissime mele. Dorothy affamata cerca di afferrarne una ma uno degli alberi risponde alla provocazione dandole uno schiaffo. Lo spaventapasseri però, utilizzando l’astuzia, li critica, reputando le loro mele orribili. Gli alberi si infuriano e, volendoli colpire, gli lanciano addosso i propri frutti. Il piano dello spaventapasseri è andato dunque a buon fine e Dorothy può sfamarsi.
Mentre raccoglie però una delle mele si trova davanti una strana scultura di latta, un uomo con in mano un’accetta. Questi è in realtà un essere vivente, rimasto immobilizzato a causa di una pioggia torrenziale che l’ha arrugginito. Dorothy e lo spaventapasseri decidono di aiutarlo versando dell’olio sulle sue giunture e permettendogli di muoversi liberamente. Il boscaiolo di latta ringrazia i due viandanti per la cortesia e dichiara loro di essere molto triste perché senza cuore. Dorothy gli consiglia dunque di venire con loro per chiedere così al mago di Oz un cuore.
L’omino di latta accetta la proposta della ragazzina ma la strega dell’ovest ferma il loro viaggio, minacciando di distruggere Dorothy e i suoi due compagni. La ragazzina ha paura ma, grazie al conforto dei suoi due amici decide di proseguire il viaggio.
I tre si ritrovano adesso in una foresta tenebrosa, colma di bestie selvatiche. Proprio una di esse, un leone, piomba contro i viandanti, insultandoli e minacciandoli. L’uomo di latta e lo spaventapasseri non sanno cosa fare per sconfiggerlo, immobilizzati come sono dalla paura, è Totò a difendere la padroncina. Il leone, di fronte all’abbaiare del cagnolino, decide di inseguirlo ma viene fermato da Dorothy, che lo schiaffeggia. Il leone comincia allora a piangere perché ha paura della ragazzina, le confessa inoltre di essere un gran fifone e di aver persino paura della propria ombra.
Anche lui decide dunque di giungere con i tre viaggiatori alla città di smeraldo, per chiedere così al mago di Oz un po’ di coraggio.

Alle spalle dell’allegra compagnia trama però la strega dell’Ovest che, osservando i loro movimenti da una sfera di cristallo, decide di fermare il loro cammino. Fra la foresta e la città di smerald si trova infatti un enorme prato pieno di papaveri rossi. Non appena i quattro vedono in lontananza la capitale del regno di Oz, corrono felici verso di essa, attraversando il campo di papaveri. Non sanno però che la strega ha gettato un sortilegio su di essi. Questi fanno addormentare Dorothy, Totò e il leone (gli unici esseri che respirano), lasciando però svegli lo Spaventapasseri e l’uomo di latta. I due chiedono aiuto alla strega buona Glinda che annulla il sortilegio facendo nevicare. La strega, su tutte le furie, decide di recarsi direttamente alla città di smeraldo.
I quattro viaggiatori, dopo aver attraversato indenni i campi di
papavero, giungono così di fronte l’enorme portone della città, dove un bizzarro guardiano, vestito di verde, vieta loro il passaggio. Dopo aver visto che Dorothy porta con sé le scarpette della strega dell’est, decide di farli entrare nella capitale del regno di Oz, città gigantesca, colorata di verde smeraldo. Lì vengono accolti da un altro uomo, anch’egli vestito di verde, dalla testa ai piedi che, su un carro trainato da un cavallo multicolore, li conduce in una “beauty farm” per farli riassettare dopo le fatiche del viaggio.
Mentre i quattro si rifocillano la strega dell’Ovest giunge con la sua scopa nella città di smeraldo, scrivendo nel cielo, con un fumo nero, una frase: “Arrenditi Dorothy”. La popolazione della città di smeraldo corre verso il mago di Oz per chiedere aiuto. Un guardiano li ferma e placa i loro animi. Dorothy gli chiede dunque di poter vedere il mago ma questi è occupato e non può accoglierli. La ragazzina comincia a piangere per la disperazione e il guardiano, commosso, decide di farli entrare al cospetto del mago di Oz.
Questi fa spaventare con il suo aspetto da Testa gigante e i propri trucchi i quattro viandanti, specialmente il Leone, che sviene quando viene chiamato (e dopo il colloquio scappa da una finestra). Il mago ordina a Dorothy e ai suoi amici di recarsi nel castello della strega dell’Ovest e di portarle via la scopa, solo così potranno avere ciò che chiedono
.

I quattro, in compagnia di Toto, si infiltrano così in una foresta tenebrosa, popolata da gufi e avvoltoi. La strega non è però decisa ad accoglierli e spedisce Nikko, il comandante delle scimmie volanti, e i suoi scagnozzi a rapire Dorothy e ad eliminare i suoi compagni. Questi, volando, giungono in poco tempo nella foresta oscura, rapiscono la ragazzina e il suo cane, disarmano l’uomo di latta e smontano lo spaventapasseri.
La giovane viene condotta in presenza della strega, che vuole impossessarsi a tutti i costi delle scarpette appartenute alla sorella. Scopre però che non può farlo senza prima uccidere la ragazza, decide dunque di studiare un modo per eliminarla senza distruggere il potere delle scarpe: imprigiona la ragazza in una stanza e mette in funzione una Clessidra dalla sabbia rossa, sostenendo che quando la sabbia finirà di scorrere, Dorothy morirà. Totò riesce intanto a fuggire dalle grinfie di Nikko e dei suoi uomini. Il cagnolino raggiunge lo spaventapasseri, il leone e l’uomo di latta, guidandoli così verso il castello della strega.
I tre riescono ad eliminare alcune guardie della strega e a travestirsi con le loro armature, infiltrandosi così all’interno del palazzo della strega. L’uomo di latta sfonda la porta della stanza in cui è imprigionata Dorothy, riuscendo a liberarla. La strega però riesce a metterli in trappola. Lo spaventapasseri, usando l’intuito, fa cadere un enorme lampadario sulla testa delle guardie, riuscendo così a scappare dalle loro grinfie. Corrono intorno al castello ma alla fine vengono circondati.
La strega decide di divertirsi con loro, così dà fuoco allo spaventapasseri. Dorothy tenta di salvarlo, gettando dell’acqua sul fuoco. Colpisce però la malvagia strega che, essendo insofferente all’acqua, si scioglie. Nikko e gli altri scagnozzi della maga, vedendo la propria padrona distrutta, onorano la ragazzina e le consegnano la scopa della strega, grazie alla quale potrà ricevere i doni dal mago di Oz.

Il mago non sa come rispondere a Dorothy e ai suoi compagni che gli conducono la scopa della strega. Decide dunque di esaudire i loro desideri il giorno dopo. La ragazzina si lamenta con lui e scopre, grazie all’aiuto di Toto, che questi non è un mago ma un semplice essere umano. È un uomo qualsiasi persosi nel mondo di Oz, dopo un viaggio in mongolfiera.
Questi riesce però ad esaudire i desideri degli amici di Dorothy: lo spaventapasseri ha dimostrato di essere molto intelligente, ha solo bisogno di un attestato che confermi la propria cultura; il leone, benché fifone, ha saputo affrontare pericoli per salvare Dorothy, è dunque premiato con una medaglia; l’uomo di latta si è dimostrato di buon cuore, disponibile e affettuoso, gli viene dunque donato un orologio a forma di cuore che gli ricordi come, benché privo di un cuore vero, egli sappia comunque amare.
Il mago decide però di aiutare anche Dorothy, rispolverando la sua vecchia mongolfiera per tornare in Kansas con la ragazzina e assegna ai tre amici di Dorothy di diventare i nuovi reggenti della città. Mentre il popolo acclama il proprio sovrano in partenza, Dorothy saluta gli amici e sale sul pallone volante. Toto però scende da esso per inseguire un gatto. Il mago di Oz non riesce a fermare la mongolfiera che parte senza Dorothy e il suo cagnolino. Ad assicurare il ritorno a casa per la ragazzina è Glinda, che gli rivela come siano le scarpette della strega dell’Est, battute tre volte, a poter esaudire i desideri. Dorothy, felice, può così tornare nel Kansas.
Si ritrova nel proprio letto, circondata dalla zia Emma, dallo zio Henry, Zeke, Hickory ed Hunk e perfino dal professor Meraviglia. Riconosce allora nei tre contadini il leone, l’uomo di latta e lo spaventapasseri e nel professor Meraviglia il mago di Oz.

Leggende metropolitane
Una leggenda metropolitana molto macabra e rimasta in piedi per molti decenni vuole che uno dei nani chiamati ad interpretare i mastichini si suicidò impiccandosi durante le riprese; la produzione temendo uno scandalo ed eventuali ritorsioni sulla produzione soffocò la notizia. L'impiccagione del nano è visibile sullo sfondo di una scena del film, molti filmati su youtube riportano la scena incriminata con ingrandimenti che mostrano qualcosa di strano.La voce venne smentita dopo il restauro del film, nel quale si nota benissimo che lo strano oggetto, simile a un nano che si impicca, è in realtà un grosso uccello (simile a una gru o a una cicogna) che si muove e apre le ali. Tuttavia questa smentita non è stata globalmente accettata da tutti.
Un'altra leggenda metropolitana vuole che guardando il film e ascoltando contemporaneamente l'album "The Dark Side of the Moon" dei Pink Floyd, qualcuno dice il contrario, si noti una strana sincronia. Tuttavia questa leggenda è ritenuta palesemente fasulla perché l'album dura meno di 50 minuti mentre il film supera i cento, inoltre il gruppo ha smentito ogni sincronia volontaria fra le due opere.






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