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domenica 1 maggio 2011

26.
Miseria e nobiltà
Miseria e nobiltà è un film del 1954 diretto da Mario Mattòli, tratto dall'omonima opera teatrale (1888) di Eduardo Scarpetta.

Tratto dal film:
-A casa nostra, nel caffellatte non ci mettiamo niente: né il caffè, né il latte. (Felice)
-Alla faccia di Cartagine e di tutti i Cartaginesi. (Felice)
-La vera miseria è la falsa nobiltà. (Felice)
-Vincenzo m'è pate a me. (Peppeniello)
-Io non faccio il cascamorto; se casco, casco morto per la fame. (Felice)
-Ma chi le ha viste mai [600 mila lire]? No, dico chi le ha viste mai in contanti, perché noi adopriamo gli cheque, e lui lo sa: ogni cheque è così [ne mima esageratamente la lunghezza]. (Felice)
-Io questa nipote... Me la vorrei interrogare... (Felice)

-Uèèèèè, funicolare senza corrente! (Luisella)
-Torno nella miseria, però non mi lamento: mi basta di sapere che il pubblico è contento. (Felice)
-Sennò desisti! (Pasquale)
-Poteva morire e non è morta! (Felice)
-L'ho detto io: sposatevi il cuoco! (Felice)
-Cuoco. Che bella parola: cuoco. (Felice)
-Uno che ha imparato a scrivere, che ha buttato il sangue sui libri deve stare alla mercé di quelli che non sanno scrivere. (Felice)
-[A Gemma] Cara nipote! Noi ti accoglieremo nel seno della nostra famiglia e tu accogliaci sul tuo. (Felice)
-Se quella muore qui sono guai, non potete giocare nemmeno a lotto, perché principessa morta fa 92. (Felice)

-Pasquale: Qua si mangia pane e veleno.Felice: Pasqua': Qua si mangia solo veleno!
-Pasquale: Io sono nato per fare il fotografo.Felice: E quello è stato il tuo errore: tu non dovevi nascere.
-Concetta: Ma come già qua è finita l'acqua? Non si fa in tempo ad andarla a prendere che finisce??Pasquale: È inutile che guarda me: io non mi lavo!
-Pasquale: Non pigliare la pasta grossa che non la digerisco.Felice: Pasqua', tu con questa fame digerisci pure le corde di contrabasso.
-Vincenzo: Senti un po' Peppinie', se noi vogliamo riuscire a farti entrare in questa casa bisogna che tu dici che sei mio figlio, hai capito? Mi devi chiamare papà.Peppinello: Don Vince', basta che mi fate mangiare io vi chiamo pure mamma.

Trama

Felice Sciosciammocca è uno squattrinato popolano di Napoli, che vive alla giornata facendo lo scrivano e condividendo la casa con il figlio Peppiniello, la compagna Luisella, l'amico Pasquale, di professione fotografo ambulante, con la rispettiva moglie Concetta e la figlia Pupella.
Un giorno il marchesino Eugenio bussa alla loro porta per chiedere un favore; egli è innamorato della bella Gemma, di professione ballerina, ma la sua famiglia si oppone all'unione, poiché la ragazza non è una nobile. Il padre della ragazza invece, Don Gaetano, ex cuoco divenuto molto ricco avendo ereditato i beni del suo padrone, è felice di consentire al fidanzamento poiché imparentarsi con dei nobili sarebbe il suo sogno, ma pretende di conoscere i parenti del giovane. Il marchesino dunque chiede a Felice e Pasquale con moglie e figlia di travestirsi e fingere di essere i suoi nobili familiari e di presentarsi con lui a casa di Gemma. La situazione si complica poiché Peppiniello, stufo dei rimproveri della matrigna, e soprattutto spinto dalla fame, va a lavorare come cameriere proprio a casa di don Gaetano, presso il quale lavora il suo compare Vincenzo, in qualità di maggiordomo, che accetta di tenerlo con sé fingendo che sia suo figlio. Don Gaetano non si rende conto della messa in scena, e non solo cede la mano della figlia ma riesce (ovviamente con facilità) ad ottenere il "privilegio" di avere i nobili parenti del marchesino a pranzo, al quale partecipa anche Luigino, suo figlio, innamorato di Pupella.
Ma i colpi di scena sono imminenti; donna Bettina, cameriera personale di Gemma, è la moglie di Felice, che anni prima lasciò, stufa dei suoi tradimenti. Felice si riappacifica con Bettina, mostrandole il loro figlio Peppiniello dopo tanto tempo (dopo aver scoperto con sorpresa che lavorava in quella casa). Come se non bastasse donna Luisella, che non aveva preso parte alla finzione, si presenta a sorpresa, litigando con Felice e facendo scoprire l'inganno.
Sarà un colpo di scena a risolvere la situazione: Gemma è corteggiata da tempo dal signor Bebè, che altri non è se non il marchese Ottavio Favetti, padre di Eugenio. Il marchesino scopre la doppia identità del padre e lo costringe ad acconsentire al suo fidanzamento con Gemma. Così don Gaetano benedice l'unione tra i due giovani, oltre che quella di Luigino e Pupella, e la riunione di Felice e Bettina.