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mercoledì 5 marzo 2014

Su la grande bellezza

Pur odiando la televisione, ieri sera mi sono accomodata sul divano e l'ho accesa, premendo il tasto del telecomando; preciso perché spesso ho desiderato una latta di benzina.
Ho visto il film. Credo sia superfluo dire quale.
E' felliniano e visionario, cromatico e antipatico, carnevalesco, e qui siamo ancora in tema, sebbene oggi cominci la Quaresima, eppure armonico. L'armonia che sposa maschere e persone che sempre maschere sono. Di una grande città puttana che ha affidato le chiavi a San Pietro. Di profano e di sacro. Del futuro che insegue un sorriso in un labirinto. Di un circo scintillante e maledetto.
E poi Servillo, e piace pure a me come a te Angie, faccia da schiaffi e piglio da poeta, mi ha incantata. Tanti personaggi femminili, diversi perfino nelle dimensioni. E Roma, nonostante Ignazio, come dice Giancarlo, è lo scenario più bello, storico, e invidiato dai signori della guerra che distribuiscono Oscar.
Sia lodato San Gennaro in mutande e con un pallone tra i piedi!

Di Carla Marcone
 
 
 


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